Scritto da : Giovanna Pia Ferrara
Al nord del Capoluogo della Sicilia si erge una massiccia altura, imponente, luogo fascinoso delle ere antiche, trattasi del Monte Pellegrino.
Nella storia antica , proprio in quella famosa fitta boscaglia isolata, la storia ci tramanda che il “Pellegrino” è connesso agli accadimenti avvenuti durante la IIa Guerra Punica che si svolsero tra il 247 e il 244 A. C.. che videro il famoso condottiero cartaginese Amilcare Barca ivi asserragliato e adoperarsi a ” molestare i romani che avevano occupato la città di Palermo “, come afferma il grande Giuseppe Bellafiore.
L’altura del “Monte pellegrino”, oggi dominato da una ricca pineta , come in un dipinto dell’800, si affaccia nel solitario golfo, e la sua altitudine arriva fino a 606 m dal livello del mare. Nel corso del tempo e della storia il monte ha assunto vari nomi.
Per i greci era ERCTA perchè caratterizzato da duro calcare e da forte pendenza scoscesa. Successivamente con l’arrivo dei romani il monte fu soprannominarono PEREGRINUS che in lingua latina designava lo straniera causa della sua impervia e scoscesa accessibilità. Gli arabi lo chiamarono GEBEL GRIN il cui significato è il vicino monte, si ipotizza, pertanto, da qui la derivazione del nome PELLEGRINO. Nel vasto paesaggio panoramico del monte si ergono delle strade. La prima strada fu realizzata nel periodo tra il 1674 ( anno in cui in Sicilia verso la fine di quell’anno era caratterizzata da tumulti sociali, politici e dall’arrivo nell’isola dei Francesi del Re Sole) ed il 1725 (periodo storico dove l’isola siciliana fu luogo della dominazione della Casa d’Asburgo d’Austria che nacque con la rinuncia al trono del sovrano Carlo V nel 1556). La seconda strada fu costruita nel 1924. Le due strade iniziano il loro percorso a partire dalla P.zza palermitana Generale Cascino. Secondo la leggenda sul monte, in questo luogo ameno, quasi incantato e fiabesco visse la sua vita nelle orme di Cristo, conducendo una vita semplice, nella preghiera, nella povertà, nell’eremitaggio, una giovane fanciulla Rosalia Sinibaldi di origini nobiliari, nata nel 1130 e morta nel 1170, venerata come santa dalla Chiesa cattolica e Patrona della città di Palermo . Sulla Patrona della città di Palermo, il cui culto è uno dei più diffusi di tutta la città e dell’intera Sicilia e nel mondo, poche sono le informazioni, ma attraverso una scritta incisa dalla stessa Santa e rinvenuta all’interno di una grotta, è certo che fu figlia del signore del territorio della Quisquinia e delle Rose, e protagonista vera di una storia tramandata ed esaltata nel canto di origine popolare dal titolo : “U TRIUNFU” (IL TRIONFO). Monte Pellegrino si eleva su una imponente salita gradinata nella cui cima domina il Santuario della Santuzza, luogo mistico, avvolto da un paesaggio pittoresco, che ispira fervente e certa speranza ai fedeli di S. Rosalia, e che quotidianamente è visitata da curiosi di tutto il mondo , da devoti e da miracolati. Il 7 maggio 1624 un fatto tragico accadde a Palermo, la città fu colpita da una terrificante epidemia di peste, arrivata in città da una nave proveniente da Tunisi.
Il 15 luglio dello stesso anno nella grotta sul Monte Pellegrino, ad una donna di nome Girolama La Gattuta venne rivelato in visione il luogo dove si trovavano i resti mortali di Santa Rosalia, e dopo il ritrovamento furono portati dal cardinale Giannettino Doria, Arcivescovo di Palermo. Successivamente il 13 febbraio 1625, la Santa apparve al povero “saponaro” Vincenzo Bonelli, residente nel quartiere di Panneria . Questi amareggiato per la perdita della giovane consorte quindicenne a causa della peste, era salito sul Monte Pellegrino per gettarsi giù , per la disperazione della morte della giovane moglie. Mentre stava per gettarsi dal precipizio , gli apparve una donna bellissima e di grande splendore , che lo convinse e lo dissuase dal suo proposito. La donna , inoltre , gli indico’ , di riferire all’Arcivescovo di Palermo Giannettino Doria di porre fine alla disputa sulla veridicità delle ossa di Santa Rosalia, e di trasportare le stesse in processione per Palermo, poiché al passaggio delle ossa la peste si sarebbe fermata. Grazie a Santa Rosalia la pestilenza cessò , così la Santa fu proclamata protettrice della città di Palermo. Ogni anno nella città di Palermo dal 13 al 15 luglio si svolge il Festino, evento che commemora nella sua grandiosità, la sua mistica figura, la sua fede, il suo esempio, i suoi miracoli in tutto il mondo , il suo essere umile e strumento della volontà divina. Nel mese di luglio di ogni anno la città di Palermo si colora di profumi, colori, odori, turisti, bancarelle, concerti e spettacoli per le vie della città, viaggiatori, fedeli provenienti da tutto il mondo, desiderosi di partecipare agli eventi culturali, liturgici e commemorativi, giochi pirotecnici, processioni, momenti di intensa preghiera dedicati alla Santa Patrona che ancora oggi compie tanti miracoli.
Quest’ anno 2024 è l’anno in cui la città di Palermo celebra i 400 anni dal ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia. Il ” Festino di Santa Rosalia ” che si celebra a Palermo il 14 luglio , è una celebrazione religiosa palermitana e siciliana ufficialmente riconosciuta come patrimonio immateriale d’Italia dall’Istituto centrale per la demoetnoantropologia (IDEA), un ente istituito con decreto del presidente della Repubblica del 26 novembre 2007 n. 233 . Per il ” Festino di Santa Rosalia ” ogni anno viene allestito il carro trionfale o “muntagnedda d’oru” (montagna d’oro) dedicato alla Santa in ricordo della miracolosa processione del 9 giugno del 1625 che porto’ in processione le reliquie di santa Rosalia e che salvò la Città dalla peste. Il 4 settembre, si celebra il dies natalis, ovvero la festa liturgica presso il santuario ubicato sul Monte Pellegrino a Palermo, dove la Santa morì nel 1170.
W W SANTA RUSULIA!
Viva Viva Santa Rosalia!