INTERVISTA A MAURIZIO LUCCHESE L’ARTISTA CHE TRADUCE EMOZIONI, SENSAZIONI E VISSUTO IN ARTE

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DiRedazione

Dic 5, 2020

Artista poliedrico, pittore, scrittore, critico d’arte e profondo conoscitore
della storia delle tradizioni palermitane

Scritto da : Giovanna Pia Ferrara

Nel corso dei secoli il concetto di arte si è evoluto ed arricchito dall’antichità sino alla contemporaneità dei giorni nostri. Arte è anche abilità che si concretizza nella genialità e trae dalla sua unicità e magnificenza l’estro armonico della mente umana, tutto ciò l’ uomo sente nell’anima filtra attraverso il linguaggio dell’arte.
Cos’è per lei l’arte, e in particolare la pittura?        
L’arte comincia con l’infanzia del mondo. Forse il disegno è stato utilizzato dapprima
come linguaggio, poi ha assunto un significato culturale e simbolico propiziatorio nella
raffigurazione di animali da cacciare, ma quando l’uomo non crea con uno scopo
utilitaristico, ma per rappresentare ed esprimere, in quel momento nasce l’arte.
L’arte per me è l’espressione più grande che un essere umano può concepire e lo fa
anche attraverso la pittura che è il mezzo più idoneo con cui l’artista può usare un
linguaggio che traduca le sue emozioni, sensazioni, vissuti, in fondo, il suo inconscio
che registra i dati reali della natura, della storia.

La sua formazione artistica è ricca di sfaccettature, lei è un artista poliedrico,
pittore, scrittore, critico d’arte e profondo conoscitore della storia e delle tradizioni palermitane, grande rappresentante della cultura della città di Palermo. Durante la sua formazione è stato allievo del grande pittore siciliano Renato Guttuso, esponente del neorealismo, cosa le è rimasto degli insegnamenti del grande Maestro e quanto ha inciso nella sua formazione di artista?                                                                                                          
Ebbene sì, ho avuto la fortuna nel 1975 appena diciasettenne di conoscere
personalmente e frequentare Renato Guttuso nel suo studio a Palermo, prima di
trasferirsi definitivamente a Roma. La mia intraprendenza di allora come del resto ora,
ha fatto sì che il grande maestro bagherese diventasse un punto di riferimento per la mia
arte, anche perché la sua esperienza è stata per me una esemplificazione completa
nell’utilizzo dei colori, della tecnica e dello stile con una interpretazione assai simile al
mio concetto di espressione pittorica. Negli anni Settanta durante la frequenza al liceo
artistico ho conosciuto tantissimi altri Maestri del Novecento siciliano come Pippo
Madè, Gianbecchina, Pippo Bonanno, Giovanni De Simone, Maurilio Catalano, Turi
Allotta che di sicuro hanno lasciato in me un ricordo indelebile. Ritornando a Renato
Guttuso nel suo studio molto disordinato mi raccontava sempre della sua vita fatta di
tanti sacrifici, di tanti amori e ricordo che mentre lui parlava io scorgevo le numerose
tele di nudi, anche scabrosi, nature morte e paesaggi che invadevano il suo studio
impregnato di fumo dato che Renato fumava quaranta sigarette al giorno. Conservo
ancora gelosamente i dodici colori ad olio e il cavalletto che lui mi regalò prima di
trasferirsi a Roma.

Palermo bacino di ricchezza, conca di multietnicità, di tradizioni, usi e costumi
influenzata da numerose dominazioni nel corso dei secoli: Greci, Romani, Fenici, Arabi, Normanni, Angioini, Borboni. I Fenici la battezzarono col nome Zyz il cui significato è il fiore, per la particolare struttura della città e la presenza dei due fiumi Kemonia e Papireto che formavano una vasta baia. Con l’egemonia Romana fu coniato il nome Panormus. Palermo è ricordata non solo per la sua bellezza delle opere d’arte che inneggiano su tutto il territorio, ma è anche celebre per i suoi profumi, i suoni dei suoi mercati come Ballarò, il Capo, e la Vuccirìa. Lei ha scritto molti libri tra i quali: « Abbaniaturi I mercati storici di Palermo ». Ci parli del suo capolavoro e soprattutto perchè ha scelto come copertina del libro il dipinto del Maestro Vincenzo Michele Grimaldi che ritrae il mercato palermitano della Vuccirìa.

Fin da piccolo mio padre anche lui innamorato di questa città è stato mio mentore poiché
mi portava in giro per Palermo per farmi scoprire monumenti ed opere d’arte e molte
volte, andavamo nei mercati storici di Palermo, in particolare a Ballarò e al Capo dove
questi personaggi caratteristici con le loro « abbanniate» e i loro gesti arricchivano il già
confusionario sito colorato di bancarelle. Naturalmente avendo anche studiato
architettura ed essendo appassionato di storia dell’arte ho voluto approfondire nel mio
libro « Palermo Monamour » che ho dedicato a mia moglie Cettina, il trionfo di questa
città come mia testimonianza, concretizzando sul modo di essere e di sentire nel proprio
tempo il senso del bello, la concezione di vivere in questa meravigliosa metropoli,
nonostante anche le tante difficoltà. Con la superlativa prefazione di Ketty Tamburello e
corredata dalle splendide immagini fotografiche di Marco Torcivia, hanno reso questo
libro un piccolo gioiello letterario. Oltre a questo libro ho voluto rendere omaggio alla
mia città con il testo dedicato alla Cappella Palatina, alla pasticceria palermitana con
« Cannoli express » coautore Marco Torcivia e con « Caravaggio e dintorni» dedicato
alla Natività dell‘Oratorio San Lorenzo trafugata nel 1969. IL libro «Abbanniaturi»
l’ultimo mio prodotto, dedicato ai mercati storici di Palermo, con la copertina dell’artista
palermitano Vincenzo Michele Grimaldi di origine trapanese e la prefazione di Ketty
Tamburello, corredato dalle mie foto prodotte sul campo, si conclude al momento un
ciclo dedicato alla mia città.

Molti artisti sono ricordati e riconosciuti per il loro cosiddetto « tratto distintivo », ad esempio l’oro nelle tele di Klimt, le ninfee di Monet, i fantini e le ballerine di Degas, gli acquerelli del Giambecchina. Qual’ è il suo tratto distintivo e perchè?

Il mio tratto distintivo naturalmente è quello legato al realismo di Guttuso, la vivacità
dei colori, l’espressione calda dei corpi nudi e delle nature morte, e con i miei girasoli
che frequentemente dipingo nelle mie tele, riesco a fare trasparire tutta la solarità e la
naturalezza di questi straordinari fiori. Anche gli acquarelli, i pastelli e le terre colorate            camminano di pari passo nel mio itinerario pittorico senza tralasciare la china e la
tecnica mista, che io adoro molto, fatta di materiale amorfo.

Qual’ è il dipinto preferito da lei creato e quali sensazioni ha provato nel crearlo?                                                              
Nella mia lunga carriera di pittore iniziata nel 1973 con la mia prima personale in un
locale adibito a spazio espositivo al liceo artistico di viale Michelangelo a Palermo a soli
quindici anni e con oltre cinquanta personali all’attivo, ritengo che sono sempre gli
ultimi lavori ad esprimere quella maturità che hai conquistato nel corso degli anni. Un
dipinto che particolarmente amo è uno del 2015, la tela Ballarò che ho donato al comune
di Palermo e che si trova a Villa Niscemi.

Lei ha istituito il prestigioso premio alla Cultura « Concetta Settineri », quest’anno si è svolta la seconda edizione. Ci parli di questo illustre riconoscimento.
Mia moglie è stata per me una figura fondamentale per il proseguo della mia vita, amava
l’arte, le cose belle, raffinate, una donna molto colta e la sua scomparsa repentina per me
è stato un trauma ed è per questo che ho voluto che continuasse in questo Premio
Istituzionale dedicato alla cultura che si tiene ogni due anni la sua memoria.

Un importante evento come la Biennale di Sicilia – la mostra di Arti Figurative
ed Astratte Contemporanee – è in fase di preparazione per il prossimo anno,
precisamente per il mese di Aprile 2021. Quale Presidente della Biennale le chiedo: quali novità ci riserva la nuova edizione? come sarà organizzata, chi saranno i principali protagonisti della mostra?                                                                                                                                                    
La Biennale di Sicilia è stata fondata personalmente da me e di cui sono fiero di esserne
il Presidente, perché mi sono reso conto che mancava nella nostra regione un grande
evento di tale portata nonché un punto di riferimento per tanti artisti bravi che
inconsapevolmente a volte rimangono ingiustamente nell’ombra, malgrado loro, poiché
magari non hanno avuto altre opportunità di scelta. Questa della Biennale è un
importante vetrina e come Presidente ho ritenuto necessario migliorare lo staff inserendo
alcuni nomi nuovi nell’entourage organizzativo, dal Vice Presidente Giovanni Artale che
è anche Direttore Artistico della fotografia, nonché mio referente, Daniela Sasso che è
un importante scenografa a livello nazionale come Direttore Artistico della pittura e
della scultura, e poi ancora Marianna La Barbera qualificatissima giornalista molto
apprezzata come Addetto Stampa e Public Relation e Daniela Martino Social Media.
Covid permettendo il mio staff sta già procedendo alle selezioni per il 2021 e vi assicuro
che sarà una biennale di cui ne parleranno tutti i mezzi di comunicazione.

 

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