Scritto da : Natalia Carpanzano
Nel variegato mondo del femminismo e delle femministe se ne sono sempre sentite di tutti i colori. Dalla mia modesta postazione di adolescente confusa e poi di giovane donna ancora più stordita, ho sempre osservato con perplessità il rimpallarsi di idee e principi da un campo all’altro. Una sintesi superficiale potrebbe essere: quote rosa si (perchè è l’unico modo per le donne per raggiungere posizioni di vertice), quota rosa no (perchè “se ce l’ho fatta io allora significa che le altre erano semplicemente scarse”). In realtà la diatriba tra fazioni mi ha sempre appassionata poco. Nei miei studi e nella mia ricerca di una collocazione lavorativa ho sempre cercato di fare semplicemente quello che mi piaceva fare e che mi riusciva meglio, illudendomi che questo bastasse per farmi strada. È bastato? Ovviamente no. Alzi la mano quale donna non si è mai sentita chiedere durante un colloquio quando avesse intenzione di azionare il proprio apparato riproduttivo e sfornare 2 o 3 pupi; o ascoltare la sicumera ramanzina su come fosse meglio vestirsi a seconda delle circostanze, a volte sentirsi accarezzare quegli stessi vestiti in maniera apparentemente accidentale. D’altronde, direte voi, cosa aspettarsi da manager in carriera? Tutti così incravattati da soffocare, tutti uomini. Che forse emulavano un Presidente del Consiglio che suggeriva alle giovani donne di cercarsi un uomo ricco che le mantenesse invece che un lavoro. Ma io mi aspettavo altro, e passando da una società di consulenza e l’altra ho incontrato anche donne che in posizioni di vertice lavoravano e che dispensavano utilissimi consigli su come sopravvivere in quel mondo di squali. “Natalia”, mi diceva sempre una caposettore, “non fargli mai capire che sei brava, che hai già la soluzione quando loro non hanno ancora capito nemmeno qual è il problema. Gli uomini si spaventano.” E ho seguito il consiglio, ho imparato tutto quello che c’era da imparare e poi ho aperto una mia società di consulenza e progettazione. Ora mi possono vestire come voglio e non avere paura di essere troppo intelligente. Ma quei giorni complicati non li ho mai scordati, me li porto dietro, e ogni volta che mi capita di cercare un collaboratore che mi supporti per un progetto europeo mi scatta quella molla. Che sia alla ricerca di un esperto in grafica e siti web, o di un ingegnere ambientale, o di una qualsiasi altra professionalità la dinamica è sempre la stessa: ricerco la figura tra le mie conoscenze, o tramite social specializzati, e divido le candidature arrivate in due gruppi. A sinistra le femmine e a destra i maschi. E alla fine pesco sempre a sinistra.Si, lo ammetto. Io scelgo sempre le donne! Datemi pure della vetero femminista ma visto che mi è data dalla sorte la possibilità di farlo io scelgo sempre femmina!
Io scelgo l’architetta e la parrucchiera, l’avvocata e la panettiera, la commercialista e la fisioterapista, e non me ne sono mai pentita. Io sfrutto fino in fondo il potere che gli uomini hanno da millenni, ovvero quello di decidere. A parità di qualifiche e professionalità io apro la porta sempre alle donne perché serve a far girare un meccanismo economico diverso, più attento alle necessità nostre e delle nostre famiglie, serve a dare possibilità a chi viene esclusa dal mercato del lavoro solo per ignoranza, abitudine o cameratismo da spogliatoio di calcetto. Ma serve soprattutto a dare forza e consapevolezza delle proprie possibilità a quelle donne che credono di non essere abbastanza brave solo perchè viene preferito sempre il testosterone alle competenze. E a loro voglio dire che brave lo sono, che non hanno niente di meno dei colleghi maschietti. Ma anche che, quando quella porta si aprirà, dovranno lavorare molto duramente per essere socialmente accettate come “allo stesso livello degli uomini”. La buona notizia, ragazze mie, è che raggiungere questo livello non è affatto difficile.
Natalia Carpanzano, laureata in Scienze Ambientali e specializzata in progettazione europea, si occupa di assistere enti pubblici e privati nella presentazione di proposte progettuali a valere su Fondi Europei. Collabora con associazioni per la difesa dei diritti umani, per la valorizzazione del territorio e la difesa dell’ambiente.