Scritto da : Giovanna Pia Ferrara
Nei territori del Mediterraneo tra il IX° e il XV° secolo si assiste ad un era di vari cambiamenti sociali, religiosi ed economici. Epoca piena di aspri conflitti bellici, caratterizzata da metamorfosi artistiche e culturali, contraddistinta da menti brillanti e personalità poliedriche. Con il termine ispano – portoghese “Reconquista” si indica quel periodo storico tra il IX°ed il XIII° secolo, periodo di graduale ascesa dell’egemonia cristiana nei territori settentrionali della penisola Iberica e della Settimania, terre facenti parte del dominio musulmano di Al-Andalus. Varie contee della penisola Iberica parteciparono alla riconquista del territorio, una fra le quali la “terra dei castelli” la Castiglia, che successivamente divenne un regno assieme all’Aragona. Nel casato di Borgogna dal 1252 al 1284 regnò Alfonso X° re di Castiglia e León. Con la sua ascesa il reame fu un luogo lucente tra ostilità ed animosità etnica, il regno assistette alla magnificenza ed allo splendore della divulgazione, traduzione ed esaltazione della cultura e del sapere. Il Sovrano era denominato “el sabio” per la sua sublimazione alla cultura e al sapere, dedito alle varie discipline, e protagoniste indiscusse erano l’arte e la prosa, la legislatura, l’astronomia e la musica. In questo scenario storico culturale ricco di conoscenza ed erudizione nacquero :” Le Cantigas de Santa Maria” canti dedicati a la Virgen María. Questi fioriscono e riecheggiano in tutto il territorio della penisola Iberica, scritti in gallego, raccolgono la lirica e la prosa, simboleggiano la testimonianza storica ispanica dell’età di mezzo dell’arte dei suoni. Le cantigas rappresentano “Unum maxime monumentis musica mediae aetatis”, imponente raccolta di inni di lode monodici, in lirica galiziano-portoghese, di carattere tipico travadorico in onore a Maria. Essi costituiscono una raccolta trionfale di oltre circa quattrocento composizioni, raccolte tra il 1252-1284. La parola cantigas indica un genere di arte poetica, inoltre, secondo gli studiosi del xx° secolo è possibile che la genesi dello schema a strofe utilizzato in tali componimenti, derivi da un’ascendenza del modello dello zégel arabo-andaluso, dove le composizioni si suddividono in svariate stanze in rima con ritornello intercalato in successione di ogni stanza. Ogni componimento contiene strutture e sonorità del repertorio innodico tropistico e sequenziale, ed influenze della metrica trobadorica. Secondo il musicologo prof.re Giulio Cattin, il modello strutturale – celebrativo delle cantigas trae ispirazione da “les Miracles de Notre Dame” del XIII° secolo opera illustre del troviere Gautier de Coincy monaco francese, poiché racchiude e incorpora la lirica mariana, ed accosta le canzoni poetiche ai temi musicali. Le cantigas, inoltre, simboleggiano l’etica del cristianesimo dove viene glorificata la figura sacra della Vergine con la sua clemenza, unitamente alla sua etereità celeste di mediatrice . I canti delle cantigas pervenuti sino a noi in quattro codici contenenti circa oltre quattrocento composizioni, rappresentano la testimonianza della devozione mariana dei miracolati, dei pellegrini, dei chierici, dei cavalieri, dei frati , dei cultori e fedeli, e dello stesso re Alfonso. Essi testimoniano la grandezza della Vergine Maria, dei suoi miracoli e prodigi, in un periodo storico tumultuoso aggravato dalla conquista dei mori nella penisola Iberica.
Le cantigas di Santa Maria sono suddivise in Cantigas de miragres – (canti dei miracoli ) e Cantigas de loor – (canti di lode). Un’ inflessione scintillante caratterizza le cantigas de miragres , compendio di episodi e vicende riguardanti la mediazione di Maria per i fedeli. Esse rappresentano la narrazione idilliaca che si sviluppa attraverso avvenimenti, storie e prodigi, compiuti dalla Vergine. Le cantigas de miragres sono itervallate da un inserimento di una ogni dieci cantigas de loor, testi maestosi, contenenti meditazioni sulla figura di Maria, con andamento soave, cortese e aggraziato. Le cantigas de loor canti sublimi e trionfali sono caratterizzati dalla medesima struttura degli inni liturgici, e di funzionalità mnemotecnica, eseguiti anche a corte e tramandati oralmente alla tradizione folkloristica. Secondo il musicologo catalano Higini Anglès la maggior parte delle melodie contenute nella raccolta alfonsina hanno un ‘origine cristiana. Altri studiosi e teorici , tra i quali il musicologo spagnolo Ismael Fernández de la Cuesta , illustra vari aspetti del rapporto degli intervalli sonori, e definisce lo stile melodico sillabico e oligotonico. Lo stesso de la Cuesta sviluppa una tabella statistica all’interno del quale sono contenuti i caratteri basilari della struttura grammaticale delle cantigas, quali : la predominanza del moto nel grado congiunto, la rilevanza del semitono sulla sua tensione o sulla distensione nell’ andamento, l’intervallo di quinta in movimenti melodici disgiunti, la presenza dell’intervallo della sesta e della settima. Presumibilmente, per l’esecuzione di tali componimenti venivano utilizzati specificatamente strumenti musicali dell’epoca: salteri, ribeche, vielle, arpe e flauti. Le cantigas si posizionano all’interno di un platonico cosmo armonico in espansione dell’età di mezzo, unione del sacro e dell’antropico, rappresentano l’ epitome del mistico, del prodigio e del mortale, brillano in un’epoca di mescolanza etnico-sociale, in una commistione di caleidoscopiche tradizioni, culto, usi e costumi di culture diversificate. Il corpus alfonsino rappresenta un unicum in continuo divenire, d’ influente rilevanza in ambito spirituale, popolare, aristocratico, nell’arte e nella musica, e costituisce una straordinaria testimonianza del mistico e del soprannaturale.