Scritto da : Giovanna Pia Ferrara
Pubblicato nel 2023 dall’editore “Associazione Guardie del Tempio di Cristo”, “Il Faro che illuminava ad est” di Maurizio Iozzia, è un romanzo storico e di avventura.
Adam e Mario un libico ed un italiano, il primo che fugge dalla propria terra in cerca di serenità, il secondo che scappa da sé in cerca di sicurezze negate da un’educazione imposta. I due protagonisti attraverso la loro storia faranno riflettere sul vero significato della vita, e sulla vera ragione del vivere e del perchè proiettarsi verso il bene e verso il sommo bene. L’autore illustra la vita quotidianadi Adam in una città colpita dalla guerra, dalla povertà, dall’ingiustizia, dove il lavoro dell’uomo è sottopagato. Adam ha molti sogni , tra questi quello di diventare un artista famoso, sposare la sua amata Rasha , e vivere lontano dalla sofferenza e dalla povertà. L’ Altro protagonista Mario affronta un percorso tortuoso di vita interiore, dove regna la violenza e la discriminazione contro il diverso, e nonostante le avversità della vita trova la forza di intraprende il cammino del cambiamento, che ognuno di noi dovrebbe percorrere, un cambiamento radicale nel cuore e nell’anima contro tutto e tutti, rinunciando anche alla propria ragione di vita. Tutto cio’ grazie alla luce di un faro, la luce di Adam che lo aiuta nel suo discernimento su ciò che è giusto e sbagliato. L’autore ci dà insegnamenti di vita, di speranza, e afferma che la luce che induce al cambiamento in positivo è dentro di noi, basta cercarla.
Il libro “Il faro che illuminava ad est “ contiene sei capitoli , ricchi di storia, di amicizia, di sofferenza, di sogni, di affetti, di solidarietà, di fratellanza, di gioia e speranza.
Il Faro che illuminava ad est è un romanzo che colpisce per i suoi valori etici. Il racconto offre molti significati nascosti del percorso che ogni essere vivente deve vivere, ed affrontare. Il romanzo racchiude tanti aspetti emozionali che fanno entrare il lettore nel vivo dell’esperienza umana. Elementi fondamentali e filo conduttore dell’opera e che rimangono indelebili nella mente del lettore sono le trasformazioni : la violenza che diventa perdono, la cattiveria che diventa bontà, la discriminazione che diventa unione congenita nel corpo e nello spirito.
La particolarità del percorso interiore del secondo protagonista del romanzo è il cambiamento che esula dall’indottrinamento negativo familiare, rinunciando a quelli che erano fin dall’inizio ideali giusti e leciti. Un’opera che fa riflettere sul piano esistenziale, che motiva la ricerca del proprio io, che spinge al discernimento di ciò che è giusto o sbagliato, e guida verso quella trasformazione radicale che ogni essere umano può raggiungere.
Il romanzo è un grande esempio letterario di umanità, speranza, fratellanza, unione e coesione che tutti dovrebbero seguire.
Un’opera esemplare nel rispetto, nella protezione dei diritti umani, con la presenza fondamentale dei valori della Chiesa dove si fondono gli insegnamenti di Cristo, ed indicano la strada da percorrere, e guidano al giusto cambiamento di ogni essere vivente.
Lo stile
Nello stile dell’autore evidenzia periodi lunghi e semplici, dove utilizza proposizioni coordinate ed una punteggiatura semplice e lineare. Il lessico utilizzato è semplice e chiaro nelle descrizioni dei luoghi, del tempo, degli avvenimenti, nei dialoghi tra i personaggi. Sono presenti parole chiavi ricercate che definiscono le frase nelle specifiche tipologie e categorie. Nel romanzo prevalgono le descrizioni del tempo, dei luoghi, delle vicissitudini dei protagonisti, alternati da dialoghi eloquenti. Il genere dell’opera è un romanzo ambientato in due contesti storici differenti. Il primo periodo storico è quello dopo il 1969 durante la Repubblica socialista in Libia. Il secondo periodo storico è quello di qualche anno successivo e non specificato. Molti i riferimenti alla dittatura fascista. Il romanzo si ispira molto al soprannaturale, del mistero, all’ignoto, ed evidenzia il genere avventuroso.
I personaggi sono ben descritti nelle particolarità, nella fisiognomicità, e nel temperamento, nei loro sogni e passioni, nelle incertezze, e nella forza di volontà del proprio io. I protagonisti Adam e Mario vivono le loro vite in parallelo in due contesti storici differenti, in due situazioni familiari, sociali, politiche, economiche differenti; ma entrambi con l’amore per i fratelli che siano bianchi o neri. Nei protagonisti la foce comune è la speranza, la gioia, il sacrificio, il coraggio che sperimentano e che l’uno fa emergere sull’altro, cambiando completamente la propria vita, i propri ideali, le proprie credenze trasmesse dai genitori. Il registro sulla quale si esplica l’autore è di tipo medio con una sintassi di tipo paratattico, dove le descrizioni e i dialoghi si estendono in maniera semplice e chiara.
Maurizio Iozzia
Maurizio Iozzia nasce a Palermo. Durante e dopo gli studi liceali fonda diverse band locali con le quali inizia un lungo percorso di attività musicale sia come autore di testi e musiche, sia come vocalist. E’ chitarrista e batterista, ed ha inciso tre album, con sonorità hardcore/punk/emo/rock. Dopo aver frequentato la facoltà di teologia, si dedica all’ associazionismo finalizzato alla valorizzazione del patrimonio artistico siciliano, e in qualità di operatore culturale, pubblica articoli e testi riguardanti temi di filosofia, architettura sacra e teologia. “Il Faro che illuminava ad est” rappresenta il primo libro dell’autore, edito dall’ “ Associazione Guardie del Tempio”, che vede nell’opera la realizzazione e la sintesi introspettiva di un periodo di grandi cambiamenti sociali, politici, religiosi.